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Cenni Storici

CRONOLOGIA, PROTAGONISTI E EVENTI

Cerami sorge nel Parco dei Nebrodi. Situato a 970 metri s.l.m, confina con i comuni di Capizzi (ME), Cesarò (ME), Troina (EN), Gagliano Castelferrato (EN), Nicosia (EN) e Mistretta (ME).

La fondazione della città viene fatta risalire ai greci, anche se importanti testimonianze informano della presenza di romani, bizantini e arabi.

Per diversi secoli, il paese fu dominio feudale dei Rosso, che lo governarono tra accanite lotte con gli Spatafora, i Palizzi e gli Antiochia.

Sotto la famiglia Rosso, Cerami godette di un periodo florido nel campo delle opere pubbliche e dell'attività artistica.

La famiglia Rosso restò alla guida del paese per ancora trent’anni.

Cerami non rimase estranea agli ideali risorgimentali, mazziniani, repubblicani, tenuti vivi da due uomini, Francesco Paolo Schifani prima, torturato dai borbonici, e l’avvocato Giuseppe Anello poi, che agiva in collaborazione con Antonio Giuseppe Schiaccitano di Capizzi.

Durante il primo conflitto mondiale, numerose furono le battaglie che portarono alla vittoria di quatto Medaglie d’argento al valore militare: due consecutive a Giuseppe Catania, una al fratello Calogero e una a Michele Bonanno.

Con l’arrivo del secondo conflitto mondiale, la città conobbe distruzione, povertà e miseria. Queste portarono alla migrazione di giovani soprattutto verso le Americhe, l’Australia, l’Argentina, la Francia e la Germania, dove, ancora oggi, sono presenti grosse comunità di ceramesi.

LA FAMIGLIA NOBILIARE ROSSO

La nobile Famiglia Russo/Rosso, protagonista per vari secoli della storia di Cerami, discende dalla storica famiglia normanna degli Altavilla. 

La Signoria di Cerami viene acquisita da Enrico II, 1° Barone di Aidone e 3° Barone di Sperlinga, che la riceve in dote dalla moglie Elisabetta Ventimiglia, figlia del Conte di Geraci.

A lui lo storico Filadelfo Mugnos attribuisce la scelta della cometa come stemma che identifica la famiglia.

TIMELINEEVENTI

Battaglia fra saraceni e normanni

Fu combattuta la battaglia di Cerami fra saraceni e normanni

Governo Rosso Russo III

Cerami viene governata da Rosso Russo III e, dal nipote Enrico III (1325 c.-1393 c.).

Il primo principe

Cerami diviene Principato. In quell’anno viene nominato il 1° Principe di Cerami.

Crescita Economica

il paese ha vissuto una crescita economica che ha permesso l’espansione urbana
1063
1337
1664
1900

Nel 1063 fu combattuta la battaglia di Cerami fra saraceni e normanni: pare che il Gran Conte Ruggero, insieme al nipote Serlone d’Altavilla riuscì a sconfiggere più di mille arabi, grazie all’apparizione di San Giorgio, a cui la tradizione locale affianca San Michele Arcangelo.

Per diversi secoli, il paese fu dominio feudale dei Rosso, che lo governarono tra accanite lotte con gli Spatafora, i Palizzi e gli Antiochia.

Sotto la famiglia Rosso, Cerami godette di un periodo florido nel campo delle opere pubbliche e dell'attività artistica.

La famiglia Rosso restò alla guida del paese per ancora trent’anni. Cerami non rimase estranea agli ideali risorgimentali, mazziniani, repubblicani, tenuti vivi da due uomini, Francesco Paolo Schifani prima, torturato dai borbonici, e l’avvocato Giuseppe Anello poi, che agiva in collaborazione con Antonio Giuseppe Schiaccitano di Capizzi.

Durante il primo conflitto mondiale, numerose furono le battaglie che portarono alla vittoria di quatto Medaglie d’argento al valore militare: due consecutive a Giuseppe Catania, una al fratello Calogero e una a Michele Bonanno.

Con l’arrivo del secondo conflitto mondiale, la città conobbe distruzione, povertà e miseria.

Queste portarono alla migrazione di giovani soprattutto verso le Americhe, l’Australia, l’Argentina, la Francia e la Germania, dove, ancora oggi, sono presenti grosse comunità di ceramesi.

Nel 1337 Cerami viene governata da Rosso Russo III e, successivamente, dal nipote Enrico III (1325 c.-1393 c.).

Si narra di Enrico III come uno dei personaggi più illustri e famosi della Sicilia di quel periodo e come stratega e guerriero insofferente a ogni prepotenza e tirannide.

Si deve a lui la liberazione di Messina dal tiranno Matteo Palizzi nel luglio del 1353.

Avendo privilegiato altre dimore, Enrico decide di non vivere a Cerami e di lasciare il suo governo al fedele fratello Guglielmo I (?-1399 c.).

Ha meritato il titolo di Padre della Patria per aver salvato quattro re di Sicilia dalle guerre e dalle ribellioni feudali.

Nel 1664 Cerami diviene Principato. In quell’anno viene nominato il 1° Principe di Cerami, Francesco I, i cui discendenti vivono tuttora a Catania, con la denominazione Rosso di Cerami.

Essi discendono dalla Baronessa Paola che nel 1556 aveva sposato il cavaliere messinese Arcangelo Nicolò Camoli.

Tra il XIV e il XIX secolo alcuni esponenti della famiglia si trasferiscono da Cerami in altre località siciliane: Militello in Val Demone, Caltagirone, Naro, Terranova, Taormina, Castrogiovanni, Capizzi, Troina, Vizzini, Aci Catena, Messina, Palermo, Catania, etc., dove danno origine ad altre linee genealogiche.

Questo casato si imparenta con le più importanti famiglie nobili siciliane, accrescendo il suo già enorme patrimonio ed espandendosi, non solo in altre provincie, ma anche in altre regioni italiane e all’estero.

Negli ultimi decenni del Novecento, il paese ha vissuto una crescita economica che ha permesso l’espansione urbana dell’abitato e l’incremento della popolazione.

Dall’altro lato, però, sta vivendo un lento e progressivo spospolamento dovuto alla fuga dei giovani verso le città del nord d’Italia.

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