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Il Santuario Diocesano Maria SS. della Lavina

Il Santuario Diocesano Maria SS. della Lavina

La devozione alla Madonna della Lavina è legata all’evento prodigioso del ritrovamento, nel XVII secolo, di una sacra icona tra le acque di un piccolo torrente. Il Pitrè, nel volume “Feste patronali in Sicilia”, riferisce che tra i ruderi del vecchio monastero di Benedettine, situato ove ora sorge la chiesa della Lavina, venne alla luce un quadro della Madonna. Oggi la tavola è custodita nell’Abbazia di San Benedetto.

Una pia tradizione, confortata da precisi riferimenti storici nell’opera del Pitrè, vuole che la Madonna sia apparsa più volte in sogno ad una delle suore benedettine, che si erano nel frattempo trasferite nel monastero in paese, e l’abbia invitata a riferire all’arciprete del luogo di curarsi di dissotterrare dalle rovine del vecchio monastero una sacra immagine che La rappresentava. L’invito fu accolto con scetticismo dal sacerdote e dopo la terza apparizione cadde una pioggia torrenziale e dalle macerie del monastero rinvenne galleggiando una trave su cui era inchiodato il quadro della Madonna.  Successivamente si narra che la mula di un viandante che attraversava il luogo del vecchio monastero si sia inginocchiata sul posto dove giaceva, sotto il fango e la melma, la sacra immagine. Il contadino, stupito e impressionato dall’atteggiamento dell’animale, chiamò a raccolta quanti lavoravano nelle vicinanze, si cominciò a scavare e, con stupore dei presenti, si rinvenne il quadro della Madonna. Non appena l’arciprete ebbe notizia dell’episodio, scosso e pentito, fece suonare le campane e assieme a una gran folla di fedeli si recò a Lavina e con grande devozione fu raccolta la Sacra Icona.

Dopo il ritrovamento della sacra icona fu costruita una chiesetta rurale ove venne collocata un’altra immagine della Madonna che allatta Gesù Bambino. Si tratta di un artistico dipinto del ‘600 dell’artista Pietro Antonio Novelli. La costruzione della Chiesa risale al sec. XVII.  Trattasi di un edificio a navata unica di modeste dimensioni. Della struttura originaria rimangono oggi purtroppo solo le mura perimetrali. La Chiesa, infatti, nel corso dei secoli, ha subito consistenti danni ed è stata oggetto di vari rimaneggiamenti. Nell’anno 2002, la “Parrocchia S.Ambrogio” ed il “Comitato Maria SS. della Lavina” si sono fatti responsabilmente carico di importanti lavori di restauro che hanno delineato l’attuale fisionomia artistica e architettonica del Santuario. La volta della chiesa è stata impreziosita da stucchi e decori e la radura esterna ha acquisito un nuovo aspetto con le opere in pietra locale. In questa circostanza, sono stati collocati sei dipinti contemporanei raffiguranti i “Misteri Cristologico-Mariani” realizzati da alcuni tra i più significativi e anche più noti artisti del movimento artistico-culturale oggi universalmente riconosciuto sotto il nome di “Pittura Colta”. Queste le opere: “L’Annunciazione”, C. Di Narda, Cerami; “La Visitazione”, S. Ceccotti, Roma; “La Natività”, C. Bertocci, Firenze; “L’Assunzione” e “L’Incoronazione di Maria”, A. Abate, Roma; “La Crocifissione”, F. Trovato, Catania.    

LA SACRA IMMAGINE DELLA MADONNA DELLA LAVINA

A dominare il presbiterio del Santuario Diocesano della Madonna della Lavina vi è una sacra immagine raffigurante la Vergine Maria che allatta il Bambin Gesù, a cui i Ceramesi di ogni tempo hanno volto il loro sguardo con sentimento di figli. L’effige, un dipinto ad olio su tavola di ardesia è opera Pietro Antonio Novelli (1568- 1625).

Il dipinto del Santuario è venerato sotto il titolo di Maria SS. della Lavina dal nome del luogo ove la chiesa si trova e rappresenta anch’esso la Virgo Lactans, seppur con canoni stilistici ben diversi, ma del tutto originali. Non si tratta quindi di una copia dell’antica icona, ma della reinterpretazione, in forma estetica propria, dello stesso tema iconografico della Madonna delle Grazie, secondo i canoni della Controriforma Cattolica e col nuovo stile artistico del Barocco.

La Madonna incrocia lo sguardo del fedele con amore di madre, e così anche lo stesso Gesù, tenuto in braccio da Maria, non guarda la Madre ma il fedele e quasi poggia le sue labbra al seno. I colori si rifanno al tradizionale uso di vestire Maria di una tunica rossa e di un manto blu in quanto lei è la donna della terra rivestita di cielo, mentre il velo bianco in testa ricorda la sua purezza oltre che alla sua santa sponsalità. Gesù invece veste di una tunica ocra dorata, simbolo di luce che viene nel mondo, ma anche di regalità divina .

I  MISTERI CRISTOLOGICO-MARIANI

Già durante i lavori di restauro del Santuario del 2002, nasceva l’idea di realizzare un progetto iconografico inerente la collocazione nel Santuario di sei dipinti d’arte contemporanea raffiguranti i “Misteri Cristologico-Mariani”. Il progetto intendeva valorizzare, attraverso la pittura, il Santuario della Madonna della Lavina, meta di pellegrinaggi. In questo modo, esso è la prima sede permanente di opere di artisti appartenenti al movimento artistico-culturale della “Pittura Colta”. Le sei opere che oggi ammaliano i visitatori del Santuario raffigurano gli eventi più significativi della vita della Santissima Vergine e del Cristo.